Analisi delle radiofrequenze

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Descrizione Analisi delle radiofrequenze

L’analisi delle radiofrequenze si è resa sempre più necessaria con il proliferare dell’utilizzo delle radio frequenze anche in ambito digitale; utilizzo che ha creato delle situazioni sempre più complicate dal punto di vista tecnologico.
In passato l’analisi delle radiofrequenze avveniva tramite analizzatori di spettro tradizionali a supereterodina o analizzatori di segnali vettoriali. Il primo tipo di analizzatore di spettro funziona con una tecnica che mescola il segnale di ingresso con un segnale sinusoidale a frequenza variabile generato da un oscillatore locale, detto LO.

Questo tipo di analizzatori di spettro a supereterodina esegue misure di segnali UMTS della potenza su tutta la banda di 5MHz. L’analizzatore vettoriale, invece, è basato su tecniche di ricostruzione del segnale mediante algoritmi .

L’analisi delle radiofrequenze è indispensabile in quanto i segnali digitali sono caratterizzati da una frequenza che nel corso del tempo risulta estremamente variabile, sia dal punto di vista della fase che dell’ampiezza. L’analisi delle radiofrequenze serve, dunque, ad individuare i trasmettitori che utilizzano male lo spettro delle radiofrequenze, e che sono rilevabili sono con le apposite strumentazioni. La tempestività, infatti, della rilevazione dei trasmettitori è fondamentale per risolvere i vari problemi, che possono andare dalla presenza di interferenze, alla necessità di ottimizzare i picchi di potenza.
Attualmente gli analizzatori più utilizzati sono quelli portatili che analizzano le radiofrequenze in tempo reale, basati sulla tecnologia DPX che visualizza le onde in tempo reale con misurazioni tra le 2.500 e le 10.000 misure di spettro al secondo. La tecnologia DPX si basa su un hardware che in tempo reale elabora il segnale in entrata.

Questa tecnica permette di cogliere immediatamente le anomalie del segnale e di mostrare l’evoluzione dello stesso nel corso del tempo. I tecnici, dunque, possono cogliere in tempo reale sullo schermo dell’analizzatore i segnali che normalmente non risultano visibili, in quanto mascherati da altri segnali o perché soggetti a lunga analisi prima di poterne stabilire i coefficiente di interferenza.

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